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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE

"ANGELO FRACCACRETA"

Indirizzi: Amministrazione Finanza e Marketing – Turismo
Articolazioni: Relazioni Internazionali per il Marketing – Sistemi Informativi Aziendali
Corso serale- Percorsi di Istruzione di secondo livello: AFM - SIA

 

di Alessandro M. Basso (Addetto-Stampa dell’I.T.E.S. “Fraccacreta”)

“L’intelligenza è la capacità ovvero il potenziale generale di ogni essere umano”: in questo concetto-base della teoria delle intelligenze multiple formulata nel secolo XX da Howard Gardner, può racchiudersi il significato della giornata formativa su “Autismo e comunicazione” svoltasi, presso la biblioteca dell’I.T.E.S. “A. Fraccacreta” di San Severo, lo scorso 13 aprile 2019.

Tra i relatori intervenuti, alla presenza del Dirigente scolastico del “Fraccacreta” Dott.ssa Filomena Mezzanotte, il dott. Roberto Militerni (Università degli Studi di Napoli), la dott.ssa Valentina  Minelli (logopedista FLI Puglia), la dott.ssa Loredana Distaso (logopedista), la dott.ssa Grazia Lombardi (psicologa e psicoterapista- docente Università del Molise), la dott.ssa Carolina Villani (assistente sociale C.A.T. Lucera) ed il dott. Mario Chimenti (Presidente ANGSA Puglia).  

Numerosi gli iscritti e, tra questi, vari docenti, curriculari e di sostegno, ed educatori del “Fraccacreta”.

Obiettivo del seminario e dei relativi workshops, tenuti nel pomeriggio, la conoscenza dei possibili fattori e delle caratteristiche dell’autismo, problematica diffusa e sempre più in crescita anche in Italia: ciò onde individuare ed attuare, dinamicamente, tecniche di comunicazione, basate su livelli e gradi, utili ed efficaci in ambito scolastico ai fini di un reale, maggiore e migliore inserimento anche nei vari contesti sociali.  

Da alcune stime scientifiche- ha dichiarato il Dott. Militerni- le diagnosi di autismo sono cresciute, dal 1993 ad oggi, di circa il 1800%, con dati che parlano da soli: nel 2010, un bambino su 68 ed, attualmente, addirittura un bambino su 57”.

Una diffusione così ampia per cui il legislatore, con il d.lgs 13-04-2017 n. 66, è intervenuto, di recente, con il c.d. “profilo di funzionamento” relativamente alla diagnosi funzionale ed al profilo dinamico funzionale, per la promozione dell’inclusione scolastica.

E’, dunque, sempre più importante, se non addirittura urgente, che ciascun comparto interrelazionale, compresa la Scuola, abbia una “coscienza di comunità” ed istituzionale valida ed adeguata al fenomeno, in grado peraltro di supportare le famiglie: comunicare, infatti, è l’elemento basilare ed imprescindibile di ogni relazione o mero contatto e, nel caso specifico, necessario per rendere, il più possibile, autonomi, in proiezione, i soggetti colpiti da autismo.       

Si potrebbe e bisognerebbe distinguere tra autismo, soggetto autistico e persona con autismo – ha aggiunto il Dott. Militerni- e, considerando che in letteratura il fenomeno sembra oscillare tra l’ipotesi di disturbo cognitivo e quella di stile cognitivo, sarebbe opportuno passare dalla descrizione dei deficit alla considerazione dei punti di forza. Partendo dall’etimologia greca del termine, per autismo si intende quella situazione in cui il soggetto appare distinguersi in base a tre sintomi nucleari e, cioè, deficit interrelazionale, rigidità e ripetitività cui si possono aggiungere eventuali specificatori come il disturbo dello sviluppo, della coordinazione, del linguaggio, dell’attenzione, intellettivo, oppositivo ed iperattività. L’interlocutore, pertanto, deve essere in grado di assumere la prospettiva dell’autistico”.

Nonostante l’evoluzione del pensiero scientifico nonché di quello psichiatrico, appaiono, tuttavia, ancora incerte le cause dell’autismo.

Ai tempi di Leo Karner (1943) e di Hans Asperger (1944)- ha proseguito il Dott. Militerni- l’autismo veniva considerato, rispettivamente, come disturbo innato del contatto affettivo con la realtà e come modo di essere: nel primo caso, quindi, si cercava una causa, un quadro clinico, una cura mentre, nel secondo caso, si ravvisava l’esistenza persino di particolari abilità e, pertanto, il suggerimento era educare nel rispetto della normalità/diversità del soggetto. Alla luce degli sviluppi più recenti, a fronte di un’attuale impossibilità di individuare una causa unica o ben precisa ovvero un gene dell’autismo, possiamo, comunque, affermare che vi è, sicuramente, un’interazione dinamica tra una molteplicità di fattori: si può parlare di disabilità, più che di malattia, e, cioè, di neuro-diversità ovvero del prodotto di una particolare traiettoria che il neuro- sviluppo può assumere e che presenta caratteristiche dimensionali, come se ci fosse un’inclinazione di un piano ed un cammino in base a punti di ancoraggio. Più precisamente, potremmo parlare di significativa interferenza sul sistema adattivo. In tale quadro, non è possibile scartare il mondo interno del soggetto così come va ricordata l’importanza del contesto familiare: bisogna, quindi, mettere in atto interventi educativi individualizzati, basati anche sul gioco, e rispettare i tempi e le modalità di processo del soggetto autistico”.

In un’epoca sempre più “dominata” da abitudini alienanti e da dipendenze anche tecnologiche nonché da tossici ambientali, peraltro, il “rischio-autismo”, inteso sotto molteplici forme anche non diagnosticabili, è reale e non separabile nettamente dalla quotidianità comune.    

“Necessita- ha sottolineato la Dott.ssa Minelli- una società più inclusiva ed una comunicazione, sin dagli ambienti familiari, aumentativa ed impostata su un atteggiamento mentale pregno di sensibilità e, dunque, privo di pregiudizi”.

“Cambiare schemi continuamente- ha precisato la dott.ssa Distaso- può essere tra le tecniche da adottare”.

“In materia- ha aggiunto la dott.ssa Elvira Iris De Angelis (psicologa e tecnico ABA)- l’analisi funzionale e lo schema A-B-C ci offrono la possibilità di raccogliere dati derivanti da un’osservazione diretta ed indiretta. Bisogna comprendere, innanzitutto, che il soggetto con autismo, col proprio comportamento, vuole comunicarci qualcosa: il docente o, comunque, l’interlocutore deve, però, agire ricordandosi che egli, con la propria risposta, può rinforzare, sia positivamente che negativamente, l’azione dell’autistico”.

“E’ necessario, dunque- ha continuato la dott.ssa Ilaria Pastucci, educatrice e pedagogista presso l’I.T.E.S. “Fraccacreta”- lavorare sugli antecedenti e/o sulle conseguenze, per giungere a comprendere il comportamento e, quindi, modificarlo, considerando abilità, bisogni e desideri anche secondo l’approccio Neef e Iwata del 1994”.

Nella pratica di settore, l’orientamento didattico-assistenziale si sostanzia, nello specifico, in un intervento multidisciplinare e globale in grado di facilitare la comunicazione del bisogno da parte dell’autistico.

La nostra Scuola- ha concluso la Preside Mezzanotte- continuerà ad impegnarsi, concretamente, per offrire tutte le condizioni possibili per creare relazioni positive e di integrazione tra studenti con autismo, docenti ed alunni normodotati: la nostra idea si fonda su un’impostazione non soltanto di carattere istituzionale ma anche comunitaria dal basso”.