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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE

"ANGELO FRACCACRETA"

Indirizzi: Amministrazione Finanza e Marketing – Turismo
Articolazioni: Relazioni Internazionali per il Marketing – Sistemi Informativi Aziendali
Corso serale- Percorsi di Istruzione di secondo livello: AFM - SIA

 

di Alessandro M. Basso (Addetto-Stampa dell’I.T.E.S. “Fraccacreta”)

“La terra vista da un professionista”: è il titolo dell’interessante Conferenza, organizzata dal Consiglio nazionale dei Geologi con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, tenuta, lo scorso 16 novembre presso l’Auditorium dell’I.T.E.S. “A. Fraccacreta” di San Severo, dal geologo Gianluca Del Piccolo, docente presso il medesimo Istituto Superiore. All’incontro formativo, rientrante nella settimana del Pianeta Terra, hanno partecipato numerosi studenti frequentanti tutti gli indirizzi dell’Istituto diretto dalla prof.ssa Filomena Mezzanotte. Antropizzazione e sensibilità del territorio sono alcune tra le questioni magistralmente trattate dal prof. Del Piccolo, tutte rilevanti sia in termini nazionali che locali se si ricordano i fenomeni calamitosi verificatisi sia nei tempi più recenti, come il terremoto di San Giuliano di Puglia (2002), de L’Aquila (2009), dell’Emilia (2016), del Molise (14 agosto 2018) e le alluvioni in Liguria (29 ottobre 2018), sia nei tempi più lontani, come il terremoto del 1627 che ha colpito proprio San Severo.

“Il Sistema Terra è in continua evoluzione- ha dichiarato il prof. Del Piccolo- Quando l’uomo effettua delle opere, non riflette più su come era il suolo in precedenza e spesso neanche ipotizza le conseguenze del proprio agire: generalmente, l’uomo pensa soltanto a come il suolo sarà”.

In tal senso, si può parlare, quindi, di “antropocentrismo” nell’accezione, però, peggiore del termine.    

“La scienza e la cultura in generale- ha proseguito il prof. Del Piccolo- devono essere in grado di fornire i mezzi per salvaguardare la Terra e, quindi, l’esistenza stessa dell’uomo. E’ necessario, dunque, conoscere principi e metodi per studiare il suolo ed il territorio in generale, dalla considerazione del rischio alla prevenzione: bisogna, cioè, tenere conto dei parametri tecnici del rischio e, cioè, pericolosità, vulnerabilità ed esposizione”.

Se costituzionalmente l’ambiente rappresenta un valore primario, trasversale ed assoluto, come stabilito dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 127/1990, ed ingloba i profili del territorio, del paesaggio, dell’ecologia e della salute, la difesa del suolo non può, però, essere rimessa esclusivamente alle norme giuridiche (artt. 9 e 32) ovvero al Diritto Positivo ed ai concetti di illiceità ed illegittimità: necessita un vero e proprio moto culturale, morale, per determinare e per mantenere un equilibrato rapporto tra sviluppo ed ambiente, sin dal basso. D’altra parte, la stessa lex suprema dell’ordinamento italiano attribuisce anche alle Regioni, nel novellato art. 117, la competenza a legiferare in materia.  

L’uomo merita di considerarsi il centro della Terra soltanto se agisce nel rispetto della stessa Terra- ha continuato il prof. Del Piccolo- e ciò per le generazioni future: l’agire può essere persino patologico. Si può, cioè, giungere ad un punto in cui fare o non fare può essere la stessa cosa. Pertanto, il rispetto della Terra deve, psico-affettivamente, essere inteso come il rispetto del Creato: ciò deve implicare l’impegno concreto non soltanto delle Istituzioni e delle Pubbliche Amministrazioni ma anche di ciascun singolo individuo, nel proprio quotidiano”.  

L’agire umano, quindi, non può essere guidato soltanto dalle leggi economiche perché la Terra non è riducibile al mero aspetto commerciale: l’uomo deve, infatti, ricordare la natura composta, consumabile ed infungibile del suolo e dell’ambiente ed, altresì, quel profilo “immateriale” degli stessi che rende il tutto “divino”.  

Necessita- ha concluso il prof. Del Piccolo- una sana rivoluzione antropologica, per ri-affermare, anche emotivamente, il primato della vita di tutti”.

Concetto-chiave è la circolarità: pertanto, è sempre più richiesto che, nell’azione dei soggetti economici e dell’uomo in generale, la mente costituisca, contestualmente, l’ipogeo e l’epigeo del vivere quotidiano in modo che l’uomo, soltanto riscoprendo di essere una creatura della Terra, possa comprendere l’importanza di difendere la propria identità appunto mediante la difesa della Terra medesima. La Terra è patrimonio dell’umanità, non l’uomo: è inevitabile, dunque, che ad un’ottica “mezzi-fini” si aggiunga, anche attraverso un’analisi normativa-inferenziale e non soltanto positiva-descrittiva, un’altra ottica, quella dei “nessi”.

Parafrasando Heidegger, la Terra ovvero l’ambiente è la Casa dell’Essere.